MEDICINA ODONTOIATRICA BIOLOGICA E SISTEMICA

MEDICINA ODONTOIATRICA BIOLOGICA E SISTEMICA
Negli ultimi decenni si è verificato uno stravolgimento dei canoni di vita, alimentari, professionali, ambientali, economici e sociali, che sta condizionando in misura sempre maggiore la qualità della vita stessa e della salute.
Va modificandosi, pertanto, la fisionomia della ‘malattia’, così come è stata finora intesa, che sta uscendo dai binari meccanicistici della visione separatista e della concezione scotomizzata delle funzioni biologiche dell’organismo, nella considerazione che all’interpretazione pressoché esclusivamente microbiologica delle patologie va sommandosi, e talvolta sostituendosi, quella legata agli interferenti chimici e ai metalli pesanti.
In conseguenza di ciò, nel mondo della Medicina è in atto un cambiamento di paradigma che sta modificando i suoi orizzonti, nel passaggio da una visione strettamente biomedica e specializzata della fisiopatologia umana, ad una interpretazione interdisciplinare.
Questa nuova decodifica della Medicina deve necessariamente prendere in considerazione il fatto che il dialogo incrociato tra i sistemi psico-neuro-endocrino e il sistema immunitario molto spesso risente degli insulti epigenetici e degli stimoli tossici e focali provenienti dalla bocca.
Il mondo della Scienza, e della Medicina in particolare, sta dunque subendo profonde modificazioni anche nella conversione dalla rappresentazione esclusivamente biochimica verso quella biofisica, in accordo con i parametri energetici dell’organismo e con il sistema elettromagnetico che lo sostiene.
Uscire, quindi, dagli schemi esclusivamente farmacologici e ricercare sistemi di cura rispondenti a concetti di Rispetto Biologico, rappresenta il focus di questa proposta che si allinea alla crescita esponenziale della richiesta, da parte di un numero sempre più numeroso di persone attente e consapevoli, di cure improntate al ‘benessere naturale’ e al ‘biologico’, sia in campo sanitario che alimentare e dei prodotti di consumo in genere.
Risulta dunque coerente con tali esigenze, il messaggio della Medicina Odontoiatrica Biologica e Sistemica, che afferma i propri princìpi fondanti nella biocompatibilità di materiali e protocolli e sul concetto di metal-free integrale. La MOBS vuole promuovere un’analisi criticamente costruttiva di prodotti e metodi della prassi odontoiatrica ortodossa che risultano, verosimilmente, rivedibili tenendo conto delle seguenti considerazioni:
- Il mercurio, la sostanza in assoluto più neurotossica che costituisce il 50% dell’amalgama dentale, viene continuamente rilasciato dalle otturazioni sotto forma di vapori, spontaneamente ma soprattutto nella fase di apposizione e manipolazione intraorale, in particolar modo nell’atto della rimozione non protetta. Si impone un protocollo accurato nella tutela dal rischio di intossicazione mercuriale nei confronti dei pazienti, degli operatori e dei collaboratori odontoiatrici (ogni patologia neurodegenerativa e del neurosviluppo è infatti mercurio-correlabile), oltre che nella protezione dell’ambiente dall’inquinamento da mercurio.
- La devitalizzazione dei denti è una pratica non scevra da rischi, sia a livello locale che sistemico. Il dente devitalizzato, specialmente se trattato in maniera incongrua, rappresenta infatti elemento di focalità, spesso responsabile di campi di disturbo anche a livello periferico (metafocalità). Tali problematiche sono determinate dagli effetti della putrefazione necrotica, soprattutto della flora anaerobia, pressochè impossibile da sterilizzare completamente a causa della complessità strutturale dei tubuli e canalicoli radicolari. Seppur spesso necessarie, le cure canalari sono da considerarsi un ‘compromesso biologico’ che va rapportato agli equilibri dell’intero organismo e alla sua capacità reattiva di difesa immunitaria.
- La metallurgia ha sempre avuto un ruolo predominante in Odontoiatria: sono circa 30 i metalli utilizzati a fini implanto-protesici e alcuni di questi risultano essere metalli tossici o addirittura pesanti. Oltre alla tossicità intrinseca, vanno valutate le correnti elettrogalvaniche determinate dal polimetallismo, la corrosione e il rilascio di ioni metallici; problematiche, queste, da cui non sono esenti neanche gli impianti in titanio o, per meglio dire, in lega di titanio in quanto composti da svariati metalli (fra cui alluminio, vanadio, molibdeno e nichel): anche in questo caso la tollerabilità di tali potenziali insulti è proporzionale allo stato di salute del paziente.
- Il fluoro ha la capacità di rendere il tessuto smalteo (attraverso la sua trasformazione in fluoroapatite) più resistente all’attacco carioso; si sottovalutano però gli effetti secondari e a distanza di questo tossico che si colloca ai primi posti nella scala di pericolosità nella tabella degli elementi. Il fluoro, scarto dell’industria e utilizzato anche come topicida, ha potenzialità neurotossiche e di blocco enzimatico, per cui non può rientrare nei canoni di una professione che ha nei suoi doveri, anche deontologici, la tutela della salute umana.
- I foci odontogeni (cavitazioni, denti del giudizio, specie se in disodontiasi, tasche parodontali, residui radicolari, depositi intraossei di materiali o metalli, forme cistiche o neoplastiche, etc.) rappresentano, anch’essi, fonte di compromissione degli equilibri omeostatici dell’organismo. L’80% dei foci di tutto il corpo sono localizzati nel cranio e di questi l’80% nella bocca: ne consegue la grande responsabilità che il medico odontoiatra ha nella valutazione e trattamento di queste forme, ancora poco considerate nelle loro potenzialità patogene.